Jacques Derrida – Il Maestro o il supplemento di infinito
Jacques DerridaIl Maestro o il supplemento di infinito
Il Melangolo, Genova, 2015
“Nessun resto senza maestro, nessun maestro senza resto” (p. 70) : l’introduzione di Silvano Facioni Au revoir les maîtres! raccoglie e rilancia la provocazione di Derrida: “Come dire, allora, del resto? Come avvicinarlo senza per questo rapirlo alle maglie di un sapere che male sopporta residui e avanzi e che, piuttosto, si regge proprio sull’idea che laddove sono presenti resti il sapere, ammesso che lo si possa accogliere, dovrà in ogni caso essere considerato come parziale, provvisorio, incompleto? Non si tratterà invece, di rovesciare la prospettiva e provare a pensare un sapere che riconosce nel resto la sua condizione di possibilità e, insieme, l’impossibilità di sapere “cosa è?”. Residuale o eccedente, uno in quanto altro, il resto interrompe le continuità (spaziali, temporali) insinuandovi una discontinuità che proprio il sapere, per vocazione e impianto, deve poter integrare, ed è per questo che non possiede statuto: il resto interrompe, “è” l’interruzione e dunque non può consistere” (p. 9).